L’obesità infantile è una vera emergenza sanitaria e sociale, e la Campania, purtroppo, detiene il primato nazionale per incidenza tra bambini e adolescenti. Il problema non deriva solo da cattive abitudini alimentari, ma da un mix di fattori: povertà educativa e culturale, mancanza di attività fisica, diffusione del cibo spazzatura a basso costo, assenza di spazi verdi e sportivi adeguati, modelli familiari disfunzionali. In molte famiglie manca una cultura della salute, e l’alimentazione diventa un rifugio emotivo o una pratica trascurata. Le scuole dovrebbero diventare il centro di una nuova educazione alimentare e del benessere, integrando corsi pratici su nutrizione, laboratori di cucina sana, orti scolastici, e promuovendo la mensa come spazio educativo. Bisogna poi rendere obbligatoria l’attività motoria quotidiana, anche con semplici giochi e percorsi motori. A livello territoriale, è essenziale rigenerare gli spazi urbani per offrire palestre, parchi, piste ciclabili. Inoltre, servono campagne di sensibilizzazione rivolte ai genitori e azioni coordinate tra scuola, sanità e enti locali. L’obesità non è una colpa individuale, ma il sintomo di un contesto che va trasformato per il bene delle nuove generazioni.

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